Pagina:Oriani - Il nemico.djvu/226

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detti due viaggiatori, sconosciuti l’uno all’altro, sopraffatti dalla noia stanca del viaggio, non mirando neppure fuori dello sportello il dileguare del paesaggio. Del resto, traversando la Russia, l’uniformità delle steppe è tale, che a distanza di un giorno il treno pare non abbia avanzato di una versta. E se il concerto fosse rimandato? Olga non ci pensava. Bastava che la Sembrich si ammalasse, perchè il teatro non si riaprisse più che per la serata dello Czar, fra oltre un mese. Loris, sforzandosi d’ingannare il tempo colle più bizzarre successioni di fantasia, si trovava sempre dinanzi a questa possibilità. Sarebbe stato il supplizio prima del delitto. I nuovi digiunatori di Parigi e di Milano avevano valicato sino i cinquanta giorni, bevendo quotidianamente qualche bicchiere d’acqua, e non avendo altra preoccupazione che la vanità dell’esperimento; essi invece dovrebbero morire di fame sul divano così incredibilmente minato, mentre il popolo vi scorgerebbe certamente un’espiazione. Perchè il caso, propizio sino allora, non potrebbe rivolgersi contro di loro, improvvisando una di quelle grandi tragedie, che passano poi dalla vita nell’arte?

La gente, entrando quella sera in teatro, li troverebbe morenti o morti, meglio morti! Loris aveva seco il pugnaletto.

Olga non parlava, egli s’irritò di quel mutismo. A che servono le donne? Di che vivono, non pensando mai che ad un maschio, anche