Pagina:Orlandi - Dell'incendio del Monte di Somma, 1631.djvu/5

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[versione diplomatica]

Dell’incendio del Monte di Somma

compita relatione,


E di quanto è ſucceduto inſino ad hoggi.


SS

E mai ne’ tempi andati cagionorono marauiglia, e ſtupore, timore, e tremore gli portentoſi prodigi delle ſulfuree eſſalationi, & igniti vomiti, che con continui moti ſcuotendo la Terra, con ſaſſoſe, e ceneritie pioggie tonando, e balenando, vſcendo fuori dal Mōte detto di Somma, dal nobil Caſtello di tal nome, nella ſua falda collocato, che Monte ſommo, dice il Biondo, ſi dourebbe chiamare, per eſſer al proſpetto di Napoli come Monte alto da gl’Antichi Veſeuo, ò Veſuuio nomato, ò pure da gl’infocati campi flegrei dell’anticha Dicearchia, hoggi Pozzuolo della felice campagna di Terra di Lauoro Prouincia del delitioſiſſimo Regno di Napoli, più d’vna volta à Popoli habitatori recarono danni notabili, morte, e total diſolatione di molte ricche, e popolate Città; non è dubbio neſſuno, che hoggi molti luochi dell’iſteſſa regione flagelli maggiori habbino prouato pochi giorni ſono, à quali tutti vedendoſi euidentemente ſottopoſta, e ſogetta Napoli, la famoſa, è ſtata con gran ſpauento aſpettando d’hor’in hora, di momento in momento, l’vltimo eſterminio della ſua anticha, e non mai perduta grandezza. Ma non hà piaciuto à Dio N. S. caſtigarla in tal modo, poſciache per interceſſione della ſua ſantiſſima Madre Maria prima, & anticha noſtra Aduocata, e Padrona, e d’altri Santi tutelari, ci ha vſato miſericordia fuor d’ogni noſtro merito, come ſi dirà, trattenendo per tanti prieghi la douuta meritata ſeueriſſima diuina giuſtitia; verſo quali per l’obligo, che li tenemo di tante gratie, ſegnalati fuori, e gran beneficij, reſterà ſempre viua, e verde la memoria, con reconoſcimento in ſegno del molto, che gli douemo, tanto in noi, quanto ne’ poſteri, che prenderanno eſempio dalle paſſate, e preſenti calamità, acciò da veri Cattolici viuano, come ſi crede, raſſegnatamente, e ſerbi Napoli, Giardin del Moodo, come fà, mai ſempre intatto, quel candore della chriſtiana Fede, che più d’vna volta dall’Apoſtolica bocca di Piero appreſe, cō inuidia (ſia detto con la debita modeſtia) delle più Catttoliche Città del mondo, non che d’Italia, ò d’Europa.

E per poſſer narrare diſtinta, e breuemente quel che pochi giorni ſono, è ſucceduto, prima le miſerie cagionate da ſimili incendij in altri tēpi ramentaremo, acciò impari chi nol sà, come viuiamo alla giornata ſottopoſti à ſimili, e maggiori caſtighi del Cielo. La prima volta dunque,


[versione critica]

Dell'incendio del Monte di Somma

compita relatione,


E di quanto è succeduto insino ad hoggi.


SS

E mai ne’ tempi andati cagionorono maraviglia, e stupore, timore, e tremore gli portentosi prodigi delle sulfuree essalationi, et igniti vomiti, che con continui moti scuotendo la Terra, con sassole, e ceneritie pioggie tonando, e balenando, uscendo fuori dal Monte detto di Somma, dal nobil Castello di tal nome, nella sua falda collocato, che Monte sommo, dice il Biondo, si dovrebbe chiamare, per esser al prospetto di Napoli come Monte alto da gl’Antichi Vesevo, ò Vesuvio nomato, ò pure da gl’infocati campi flegrei dell’anticha Dicearchia, hoggi Pozzuolo della felice campagna di Terra di Lavoro Provincia del delitiosissimo Regno di Napoli, più d’una volta à Popoli habitatori recarono danni notabili, morte, e total disolatione di molte ricche, e popolate Città; non è dubbio nessuno, che hoggi molti luochi dell’istessa regione flagelli maggiori habbino provato pochi giorni sono, à quali tutti vedendosi evidentemente sottoposta, e sogetta Napoli, la famosa, è stata con gran spavento aspettando d’hor’in hora, di momento in momento, l’ultimo esterminio della sua anticha, e non mai perduta grandezza. Ma non hà piaciuto à Dio N. S. castigarla in tal modo, posciache per intercessione della sua santissima Madre Maria prima, et anticha nostra Advocata, e Padrona, e d’altri Santi tutelari, ci ha usato misericordia fuor d’ogni nostro merito, come si dirà, trattenendo per tanti prieghi la dovuta meritata severissima divina giustitia; verso quali per l’obligo, che li tenemo di tante gratie, segnalati fuori, e gran beneficij, resterà sempre viva, e verde la memoria, con reconoscimento in segno del molto, che gli dovemo, tanto in noi, quanto ne’ posteri, che prenderanno esempio dalle passate, e presenti calamità, acciò da veri Cattolici vivano, come si crede, rassegnatamente, e serbi Napoli, Giardin del Moodo, come fà, mai sempre intatto, quel candore della christiana Fede, che più d’una volta dall’Apostolica bocca di Piero apprese, con invidia (sia detto con la debita modestia) delle più Cattoliche Città del mondo, non che d’Italia, ò d’Europa.

E per posser narrare distinta, e brevemente quel che pochi giorni sono, è succeduto, prima le miserie cagionate da simili incendij in altri tempi ramentaremo, acciò impari chi nol sà, come viviamo alla giornata sottoposti à simili, e maggiori castighi del Cielo. La prima volta dunque,


A 2 della