Pagina:Ortiz - Per la storia della cultura italiana in Rumania.djvu/107

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è numerosa famiglia delle parlate e delle letterature romanze una soave sorella bionda dai grandi occhi orientali, tanto più cara quanto più a lungo aveva nei secoli errato lontano dall’ombra materna e dall’affetto consolatore delle sorelle brune. Grazie a quel codice un grave erudito fiorentino del quattrocento potè forse, una sera che il tramonto d’aprile spargeva a piene mani sull’Arno la pioggia floreale delle sue rose sanguigne, udir la voce lamentevole della fanciulla sperduta nel gran deserto del mondo slavo e mussulmano, correr col pensiero a Trajano, interrogar bassorilievi e monete; grazie a quel codice Ene Silvio Piccolomini potè un bel giorno venir fuori col suo Flaccus colonizzatore della Dacia ed esclamare udendo ai confini dell’Ungheria le prime parole rumene: „Sermo adhuc genti romanus est!”; grazie infine a quel codice e alla fiaccola di vita che nascondeva, divamperà l’incendio grandioso della Rinascita, alla cui luce i rumeni di Polonia si riconosceran figli di Roma, e risponderanno al Piccolomini: „De la Rîm ne tragem și cu a lor cuvinte ni-e amestecal graiul!”

γ)Carattere particolare dei viaggi d’Italiani in Rumania.

Mi sia dunque perdonato, se, forse più del dovere, ho insistito nel riconnettere al movimento intellettuale della Rinascita il fenomeno storico dei viaggi di cultura ed a quest.’ ultimi quelli d’italiani in Rumania. Son essi a mio vedere un effetto della rinata curiosità scientifica e della nascente critica filologica; della tendenza pratica, — precorritrice del metodo sperimentale, — a controllar coll’osservazione individuale le notizie apprese nei libri, e del rinato amore di Roma; del risorgere degli studii storici e geografici, preparato dalle opere latine di erudizione del Petrarca e del Roccaccio e del contatto avvenuto tra la civiltà bizantina e quella italiana del quattrocento; del Concilio infine di Firenze, (cui prese parte anche un vescovo rumeno) e degli studi di greco che permisero agli Italiani d’apprender che i Valacchi eran dagli storici bizantini1 concordemente rite-

  1. Cfr. D. Russo, Elenismul în România (Epoca bizantina și fanariotă), București, Göbl, 1912, p. 21: „Calcocondila, venendo a contatto coi Rumeni constata che parlano una lingua romanza che somiglia con quella italiana ed hanno usi, costumi ed armi come gli altri popoli d’origine romanza (p. 77 dell’