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venuti anticamente da Roma ad habitar in quel paese, et se alcuno dimanda se sanno parlar in la lor lingua valacca, dicono a questo modo: „Sti Rominest’?”, che voi dire „Sai tu Romano?” per esser corotta la lingua. Sono però genti barbare e di rei costumi. In quella città è drizzata una chiesa di San Francesco con alquanti frati osservanti, li quali vi celebrano divini officii secondo la chiesa Romana. Quel paese è molto fertile d’ogni cosa, eccetto di vino; dove, invece di esso, usano la cervosa. Sopra una collina alla vista della città, è poi un monasterio, o vero Abbatia assai grande, nel quale habitano alquanti sacerdoti greci, i quali ne fecero molte cortesie, et ne raccontorno tutta l’historia della venuta di quelli populi ad habitar in quel paese, che fu questa: che, avendo Trajano Imp-re debellato et acquistato quel paese, lo divise a suoi soldati, et lo fece come Colonia de Romani: dove essendo questi discesi da quelli antichi, conservano il nome de Romani; ma, per il corso de tempi, hanno corotto sì il nome, et li costumi, che a pena s’intendono, però al presente si dimandon Romei, e questo è quanto da essi potessimo sapere1”.

Seguon le notizie, che, intorno alla Transilvania, Valacchia e Moldavia ci dà il Roterò nelle sue Relazioni Universali (1599) e delle quali facciam qui menzione, perchè in fin dei conti non è strano supporre sieno state raccolte sul luogo in uno dei tanti viaggi che il dotto piemontese ebbe a compire per conto del Collegio di Propaganda fide, ed eccoci, con Tommaso Alberti, bell’e arrivati al 1612, quando cioè le relazioni di cultura fra l’Italia e i Principati danubiani ci risultano anche per altra via assai più strette. Gli tien dietro il parmigiano Cornelio Magni, che, intorno al 1679 raccoglieva in certe sue lettere, scritte dopo il suo definitivo ritorno in Italia, „quanto di più curioso, e vago” aveva potuto „raccorre nel primo biennio” da lui consumato „in viaggi e dimore per la Turchia.”2 Ed eccoci al Del Chiaro, la cui Istoria delle moderne rivoluzioni della Valacchia3 (1718),

  1. Nagy Jvantol, Grittii Alajost illetó credeti emlèkiratok in Magyar Törtènelmi Tàr, III (1857), pp. 22— 23.
  2. Cornelio Magni, Quanto di più curioso, ecc., Parma, Per Galeazzo Rosati, 1679.
  3. Del Chiaro, Ist. d. moderne rivoluzioni della Valacchia, Venezia, per Antonio Bortoli, 1718.