Pagina:Ortiz - Per la storia della cultura italiana in Rumania.djvu/136

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di aspirare. Non ho alcuna intenzione di abusare della pazienza del lettore e perciò non istarò a trascrivere le saporitissime pagine ch’egli scrive intorno p. es. alle taverne, ch’egli chiama criccime, adattando all’orecchio italiano la parola rumena cârciuma; nè la minutissima descrizione delle cerimonie nuziali e neppur quella dei solenni funerali fatti a Bucarest l’anno 1716, „il Venerdì avanti la Domenica di Pentecoste” alla Principessa Porfiria, seconda moglie di Alessandro Mavrocordato; mi permetto solo di richiamar l’attenzione su una delle più graziose tra le macchiette che allietali la lettura di questo volume e rappresenta la disperazione un po’ comica d’un minuscolo pastore di cavalli per la fuga d’uno dei componenti della mandra, ch’egli non riesce a far rientrare nel branco: „Mi sovviene che molte volte con mia somma curiosità vedeva passare davanti alle mie finestre le truppe (rum. trupe) di Cavalli, che andavano al fiume per bere la mattina, e la sera, e non avevano perlopiù altro condottiere, se non un ragazzo di 7. in 8. anni a Cavallo; e quel che mi faceva ridere si era, che se alle volte qualche Cavallo, lasciata la compagnia degli altri, voltava per altra strada, allora il ragazzo, vedendo che il chiamarlo e il dirgli villania con parole disoneste, niente giovava, cominciava poi a piagnere continuando però una lunga filastrocca di oscenissime frasi, che imparano facilmente prima di giungere all’età da poter sapere il significato di Esse”1. Qui mi sembra che il Del Chiaro sia addirittura impagabile. Il fatto è comico di per sè stesso, soprattutto per il mezzo inaspettato e inadeguato, cui ricorre il fanciullo per far tornare il cavallo nel branco; ma, oltre a ciò, quello stesso parlare in punta di forchetta, con parole scelte e piene di decoro, in un argomento così poco serio ed elevato, fa sprizzare il riso ad ogni frase del genere p. es. di queste, che, per le ragioni suddette, mi sembran più comiche delle altre: „dirgli villania con parole disoneste”, e: „una lunga filastrocca di oscenissime frasi”; onesti eufemismi, che, nella loro qualità di fiori di stile, fanno ridere anche chi sapesse resistere al comico della scena descritta.

Un rumenismo usato dal Del Chiaro nelle righe sopra ricordate, e cioè truppa di cavalli in luogo di torma o mandra, e

  1. Del Chiaro, op. cit., p. 24.