Pagina:Ortiz - Per la storia della cultura italiana in Rumania.djvu/139

Da Wikisource.

129


tarelo zimbello di un simil procedere”1, alla prima occasione il Sestini prese congedo dal Voda e partì. Numismatico di fama europea, onorato e stimato non soltanto dai dotti di ogni nazione, ma da principi e da sovrani, fra cui il Gran Duca di Toscana e Cristiano VIII di Danimarca, il Sestini aveva accettato l’offerta di Ipsilanti non per un meschino interesse materiale, ma attratto dal desiderio di conoscere un popolo, che, per la sua origine latina, la sua posizione geografica, le sue relazioni con la republica veneta e le sue immeritate sventure, ha sempre destato nell’animo degli italiani di ogni tempo speciale simpatia e interesse. Era nato a Firenze il 10 agosto 1750, e, fin dai più teneri anni della giovinezza, s’era dato allo studio dell’archeologia e della numismatica. Il 1775 la sua fama di provetto archeologo, uscita fuori dei confini del Granducato di Toscana, gli procurava da parte del principe Biscari un invito, ch’egli accettò, di recarsi a Catania a riordinare le sue collezioni di antichità e di monete greche e romane. Il 1778 lo troviamo a Costantinopoli, precettore dei figliuoli del ’ Conte Costantino de Ludolf, inviato straordinario e ministro plenipotenziario del Re di Napoli presso la Porta Ottomana. Percorre in seguito co’ suoi allievi le varie provincie dell’Impero turco, finchè, fatta la conoscenza di Sir Robert Ainslie, ambasciatore inglese a Costantinopoli, non riceve da questi l’incarico di formargli quella collezione di monete, che, anche ai giorni nostri, è una delle più ricche del mondo. Torna poi in Italia, ma vi resta poco, chè ne parte alla volta della Germania e di Berlino, dove dimora a lungo e pubblica parecchie delle sue relazioni di viaggio; il 1810 lo troviamo a Parigi e di lì a poco a Firenze, bibliotecario e a antiquario di S. A. S. la Granduchessa di Toscana, Elisa Baciocchi. Il 1814, perduto l’impiego in seguito alla restaurazione di Ferdinando III, accetta l’invito del conte Wiczay di recarsi presso di lui a Hederwar in Ungheria per riordinare un prezioso medagliere. Classificò e descrisse con rara competenza le monete dei gabinetti numismatici di Monaco e di Trieste e della collezione privata di Cristiano VIII di Danimarca, finchè

  1. viaggio | DA COSTANTINOPOLI A BUKORESTI | fatto l’anno 1779. | Con l’aggiunta DI DIVERSE LETTERE | Relative a varie produzioni, ed osservazioni Asiatiche | ROMA, 1794. || Per Antonio Fulgoni | Con licenza de’ Superiori, p. 2.