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Non dubito, che, finita, non essere ancora con quella honorato da Vostra Signoria Illustrissima.

Ciò che Vostra Signoria Illustrissima mi commandò, passai a bocca l’officio con Sua Altezza, la quale si mostrò pronto a compiacerla e li manda il cavallo, etc., come il danaro da sborsarsi a quei signori mercanti in Costantinopoli, come dalle risposte di detti signori a suo tempo vedrà, ed il tutto quello che sarà possibile sempre servirla.

Mi li confesso obligato per le nove datemi, e, se ben Vostra Signoria Illustrissima mi scrive essere il suo quartiere eremo e privo di simile curiosità, mà queste non sono d’eremiti, come nè anco quei che stantiano in quello sono eremiti.

Io poi da queste parti, altro non hò per adesso, se non che l’inviato polacco, (del quale non dubito che non sii noto a Vostra Signoria Illustrìssima), gionto adì 22 gennaro in Andrianopoli, al Hano ivi commorante, al quale era diretto, li presentò una [lettera] del suo rè, e, doppo qualche giorno, senza haver da Turchi nissuna accoglienza nè aboccamento, fù licenziato a 14 del caduto [febbraio] con questa risposta, che la Porta altro non li concede se non Caminiz funditus demolita.

Il Ha o di là, doppo altri dieci giorni, parti ancor lui verso Bugiale, ad apparecchiarsi, dicono, per la futura campagna.

Li Turchi fanno apparecchi al lor solito; mà fra essi non mancano confusioni, cioè l’interni eunuchi col governo di fuora, guardando ogn’uno la sua testa, ed il Visir, per sfuggire qualche sinistro, che li potesse avvenire, e forse iminet, procura, quanto più presto potrà, uscire in campagna.

Del resto, se ben poche, e quasi nulle sieno le mie forze, in tutto ella l’eserciti in suoi commandi, che sempre le trovarà pronte, mentre ambisco essere e sottoscrivermi

Bucuresti, 4 Marzo 1691. Di Vostra Signoria Illustrissima
1694.

δ) Un’opera del Segneri e un atlante italiano in viaggio per la Valachila.

Ecco dunque la biblioteca del nostro Stolnic accrescersi di due nuovi libri italiani: un’opera del Segneri e un Atlante. Quanto alla prima, potrebbe certo trattarsi della Manna dell’anima pubblicata l’anno prima (1693) e che rappresentava perciò ancora una novità, o dei Penitente istruito (1691) tradotta più tardi dal Klein col titolo: Către cel ce se pocăesce povățuire (cfr. pp. 64— 66 di queste nostre note), come ci sembra ritenere