Pagina:Ortiz - Per la storia della cultura italiana in Rumania.djvu/202

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originale e lo richiedesse perciò al Marsigli; ma insomma questo è quanto si può argomentare a fil di logica, e pur troppo non sempre la logica ci aiuta a trovar la verità.

η) Il Cantacuzino collaboratore del Marsigli.

Ma forse più che la lettera surriferita c’interessano le brevi noterelle ch’egli scrive di suo pugno a fianco delle domande rivoltegli dal Marsigli, come quelle che, per esser buttate giù così alla buona, senza alcuna pretenzione letteraria, si prestan meglio a darci un’idea di quanto, dopo quasi trent’anni (1668 — 1694), l’antico studente di Padova ricordasse ancora della lingua in cui aveva preso parte a tanti squisiti conversari. Crediamo soddisfare la curiosità dei lettori (assai meno di venticinque!) di queste nostre fatiche, dando uno specimen, non più che uno specimen, di tali glosse marginali del Cantacuzino al ms. del Marsigli:

[R. Biblioteca Universitaria di Bologna. Ms. Marsigli No. 57].

[Risposte] Alle petitioni dell’Illustrissimo Signor Luigi Conte Marsigli [Risposte del Cantacuzino]fatte all'Illustrissimo Signor Constantino Cantacuzino per servirsene al proseguimento e prossimo fine del trattato istorico-naturale-geografico delle Dacie. Petitioni del Signor Conte Marsigli.

„Si considera la populatione valacca per un avanzo delle colonie furono da Romani trasferite nelle Dacie, e queste, abbandonate dal suo imperio e vessate da barbari conquistatori, furono obligate ad abbandonare le loro residenze fatteli da suoi imperatori Non Marmaros, mà Maramuros. nelli siti più ameni delle provintie e ritirarsi fra le selve e balze de monti carpatici del Marmaros et altri della Transilvania. Questi, cresciuti di numero e trovate varie opportunità di paesi fertili e men orridi delli loro balzi, passarono ad abitarli in diversi tempi, Questo è vero. instituendo due nuovi dominii: uno di Valacchia e l’altro Moldavia.


    δόξῃ ... καὶ τοῖς οἷς καὶ ἡ ῥωμαϊκὴ ἑκκλησία διαφέρεται”, S. Tommaso si allontana dalla dottrina ortodossa, „τὰ δὲ ἄλλα σοφὸς καὶ τοῖς ἀναγιγνώσκουσι πάνυ ὀφέλιμός ἐστιν”; sicchè dei molti trattati che scrisse parecchi ne ha tradotti egli stesso, (πολλὰ βιβλία συνεγράφατο, ᾧν καὶ ἡμεῖς πολλὰ μετεγλωττίσαμεν.)