Pagina:Ortiz - Per la storia della cultura italiana in Rumania.djvu/277

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al glottologo che si proponesse di ravvisare in esse le tracce che la cultura italiana e latina dell’autore han lasciate, se non nella lingua (giacchè è chiaro che neppur Budai in persona avrebbe osato leggere la sua traduzione così come è scritta) almeno nella grafia. Fatto sta che in fondo questa offre al glottologo un interesse assai scarso, come ogni particolarità grafica che non rappresenti un riflesso di fatti fonetici realmente esistiti, ma solo delle preoccupazioni e dell’arbitrio individuali. Se però la lingua di cui il nostro autore si serve nella traduzione del Temistocle non può interessare che assai scarsamente il glottologo, per noi invece che ci occupiamo dell’influsso che la lingua, la letteratura e la cultura italiana han potuto esercitare in Rumania, acquista un valore che nessuno vorrà certo attentarsi a negare.

Il ms. che contiene la traduzione del Temistocle appartiene con ogni probabilità ai primi anni del secolo scorso e contiene oltre questo frammento: 1. Dascălul românesc. 2. Pentru temeiurile Gramaticii românești, Tom. I; 3. Scrisoare, tratând despre „Theoria orthographiei românești cu slove latinești; 4. „Trei viteji” poemă in versuri, in 4 cântece. Il nostro frammento che nel ms. miscellaneo occupa il secondo posto è intitolato così nel catologo (anch’esso ms.) dei mss. rumeni: Fragmente dintr’o composițiune dramatică având de subiect pre Xersu împeratul Perșilor, donde non si rileverebbe affatto trattarsi di una traduzione del Temistocle, se ciò non apparisse nel modo più chiaro dalle seguenti parole che si leggono a c. 36 r. e che trascriviamo fedelmente:


Temistoclu.

Dràmma izvodeitu antèyo de Petru Metastasi! in leimbàa italenèsca; talmacitu pre leimbàa romanèsca; quà o Proba: cu quàre se aràta; que leimba nòstra prein cultura sae potè cu vrème alaturà celii italienesci.


Il ms. è, come abbiam detto, del secolo XIX incipiente e misura cm. 23×18. È scritto tutto in caratteri cirillici ad eccezione del frammento del quale ci occupiamo, nel quale, per mostrarsi conseguente a sè stesso e alle sue teorie ortografiche