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Bravo tenuto sempre duro alle proposte di conversione al Cattolicismo, e, quel ch’è peggio, rovesciato in Transilvania il trono d’un Cardinale di Santa Chiesa? Davanti a cotali sue colpe, scomparivano i meriti di una vita trascorsa in continue battaglie contro il comune „infestissimum hostem Turcam” e la sua morte non lasciava rimpianti alla corte del pontefice romano!

δ) Corruzione del clero cattolico in Moldavia nel secolo XVII— Mons. Marco Bandini.

La partecipazione degli italiani (Francescani conventuali questa volta) alla propaganda cattolica in Oriente, interrottasi per breve spazio di tempo, ricominciò, favorita dagli ambasciatori francesi a Costantinopoli, verso il 1630, quando un tal Della Fratta e un tal Bonnicio chiedevano la sede vescovile di Bacovia. Intorno a quest’epoca, Matei-Voda Basarab chiamava presso di lui un altro prelato italiano, Mons. Bonaventura di Campofranco e Marco Bandini, vescovo di Marcianopoli in Bulgaria, rendeva visita a Matei-Vodă che gli parlava in termini assai cortesi del Papa, per quanto fosse un po’ seccato delle liti continue tra i frati dei diversi ordini religiosi, gelosi gli uni degli altri e non sempre di costumi esemplari1. Come del resto da

  1. „Quaedam vero ludibriose explosere, in quibus rudi populo scandalosi sacenlotes ansam praebuere: cum enim Episcopus longe abesset, impuciditiae, ebrietati et contenlionibus ejusmodi sacerdotes emancipati dies et noctes, cum scurris atque mulierculis comessabantur, adeo ut populus a laberna ad Ecclesiam diebus festis Sacerdotali vocaret, qui cauteriata conscientia ebrius, celebrare tremendum Missae sacrificium non exhorruit, et ab altari rursus ad tabernam redire properavit. Cfr. il Codex Bandinus dell’Accademia rumena pubblicato da V. A. Urechie in Analele Academiei Romàne (Sezione storica) XVI, 197. Questo prezioso ms. che rappresenta uno dei più notevoli documenti storici dello stato in cui si trovava la Rumania, nel sec. XVII, fu comprato a Roma da C. Esareu, il valoroso storico rumeno che fu de’ primi a ricercar le relazioni interceduti in antico fra l’Italia e la Rumania pubblicando una serie di documenti dell’Archivio di Stato di Venezia intorno alla dimora in quella città di Petru Cercel. Prima che all’Esareu l’opera del Bandini fu nota al conte Ioseph Kemeny, che ne fece menzione nel suo studio Ueber dcis Bislhum urnl das Franziskanerklosler zu Bakau in der Moldau pubblicato in Mcigazin für Geschichle, Litcratur und alle Denk- und Merkwurdigkeilen Siebenbürgens (II, Band, I. Heft. Kronstadt, 18-16). Si tratta però non del ms. autografo, ch’è proprio quello scoperto e comprato dall’Esarca a Roma, ma di una copia esistente nella biblioteca del monastero francescano di Cluj. Il