Pagina:Osio - La spedizione inglese in Abissinia, Firenze, Civelli, 1869.pdf/37

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entro certe trombe di legno strettissime e lunghissime che ricordavano quelle che si sogliono attribuire, in certi quadri, agli angeli del giudizio universale. Tutti e tre furono condotti dal generale in capo, il quale uscì espressamente dalla sua tenda per ascoltarli a miglior agio, e mostrò di divertirsene.

18 marz. — Le vallate, che abbiamo percorso quest’oggi per giungere nel bacino del lago Ascianghi, sono forse le più belle che abbiamo visto sinora. La strada mulattiera che le attraversa, quasi comodamente praticabile in tutta la sua lunghezza, s’inoltra in mezzo a boschi foltissimi di ginepri e di acacie, solcati qua e là da piccoli corsi d’acqua e interrotti di quando in quando da larghi spazi scoperti, da dove s’offre allo sguardo ora quel vasto imbroglio di monti e colline, ora la pianura dei Gallas, ora la lontana catena dei monti Zobul. — Quelle gole stupende, quelle roccie a picco che s’innalzano sopra grandi strati dalle ondulazioni larghissime, quei boschi, mi fecero ricordare i nostri Appennini.

La vista del lago, dal colle per il quale si penetra nel suo bacino, è veramente deliziosa: ma la vasta pianura quasi arsa che lo limita a settentrione e ad occidente, e le pareti quasi nude dei monti che lo circondano da tutte le parti, fanno ben presto sparire l’effetto di quella prima impressione, e si è costretti di convenire che i nostri laghi dell’Alta Italia non meritano davvero l’umiliazione d’essere paragonati con questo.

Tutto intorno al lago, mezzo nascosti nei ripieghi dei monti, o graziosamente collocati sulle sommità delle alture, sono stabiliti numerosi villaggi; le case a base circolare e tetto conico non differiscono da quelle che abbiam viste sinora se non in ciò che per la maggior parte sono costrutte di legno.

La popolazione, malgrado la vicinanza dei Gallas, dei quali gli Abissini, da Antalo in poi, hanno una paura non