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e una momentanea abolizione del bagaglio per le marcie sino a Magdalà.

Non si avranno più tende che in ragione di una ogni 12 ufficiali, e una ogni 20 uomini di bassa forza; e il bagaglio sarà ridotto alle semplici coperte di lana, per ripararsi durante la notte.

23 marzo. - Lasciamo il campo di Lat alle 8 del mattino, e rimontando il versante meridionale della valle, giungiamo ben presto sulla cresta della catena principale. Dopo aver attraversato un terreno montuoso complicatissimo, andiamo a stabilire il campo nella valle di Mai-Raua, altro degli affluenti del torrente Tsellari.

24 marzo. — Lasciamo la valle di Mai-Raua alle 8 ant. e dirigendoci verso mezzogiorno, attraversiamo un lungo tratto di terreno montuoso, coperto quà e là di boscaglie, coltivato di quando in quando, abbondante di corsi d’acqua e popolato da numerosi villaggi.

Alle 6 di sera, giungiamo al campo di Dildi non lungi dalle sorgenti del torrente Tsellari; e poco dopo il nostro arrivo siamo sorpresi da un forte temporale che, unito all’oscurità della notte, viene a mettere non poco disordine nella lunga fila di muli e di truppe rimaste indietro sulla strada durante la faticosissima marcia: da informazioni giunte questa sera stessa, sembra risultare che re Teodoro voglia aspettarci al passaggio del Bascilo.

26 marzo. — Alle 7 del mattino ci mettiamo in marcia e rimontando la stessa valle del campo di Dildi, giungiamo ben presto alle sorgenti del torrente Tsellari; a questo punto si stacca dalla gran catena nella direzione di N. O. il contrafforte, sul cui versante meridionale si appoggiano le sorgenti del Takazze. Attraversiamo quel contrafforte ad un colle, la cui altezza sopra il livello del mare è calcolata a più di 3200 metri, e ci fermiamo poco dopo in una località detta Uöndöcc alla testa della valle di uno dei primi affluenti del Takazze.