Pagina:Osio - La spedizione inglese in Abissinia, Firenze, Civelli, 1869.pdf/48

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senta però qualche irregolarità e forma, per così dire, due scalini; il primo dei quali ha cento metri di altezza mentre l’altro non ne ha che venti.

Due scale, tagliate nella roccia, conducono dalla pianura al primo scalino e da questo al secondo; ma lungo il ciglio sì del primo che del secondo è disposto un muricciolo sormontato da siepe; e le porte e barriere praticatevi alla testa delle scale stesse sono coperte da tettoia e presentano una tal quale solidità.

Quei due muriccioli e quelle due barriere sono le uniche opere di fortificazione aggiunte alla forza naturale del luogo, e nè a Falla, nè a Salassie, non esiste il benchè menomo parapetto.

La strada che noi abbiamo seguita (quella stessa costrutta da re Teodoro), s’interna, oltre il Buscilo, nel letto del torrente Arroghi sino a raggiungere il piede delle alture che si staccano dalla falda occidentale della roccia di Falla; superate quelle alture, la strada torce a sinistra, va a passare sotto Falla stessa, lungo la parete settentrionale della roccia, e valica finalmente la piccola cresta che unisce Falla a Salassie. Appena giunta sull’altro versante della cresta stessa, la strada si divide in tre: una volge a destra e si porta su Falla, la seconda prende a sinistra e conduce a Salassie, la terza finalmente lascia a sinistra la roccia di Salassie e va a perdersi nella pianura di Islamghi in numerosi sentieri che conducono tutti ai piedi di Magdalà.

Un breve sguardo al terreno basta a convincere che, da qualunque parte si venga, per giungere a Magdalà bisogna seguire quella strada: e, dal punto di vista militare, non occorre nemmeno dire che qualunque operazione contro Magdalà dev’essere preceduta dall’occupazione di Falla e Salassie.

Il campo di re Teodoro era stabilito nei primi giorni d’aprile sotto la roccia di Islamghi su d’una vasta spor-