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genza della falda settentrionale; ma dal giorno 8 in poi si potè osservare dall’altipiano di Talanta ch’egli s’era portato ad occupare anche l’altura di Falla. Quanto alla forza del suo escrcito, correvano le voci più disparate: si seppe poi che i veri combattenti si riducevano a tre o quattro mila e che tutti gli altri, ventimila circa, erano donne, vecchi e fanciulli: le famiglie insomma de’ suoi soldati.

Il giorno 10, alle una circa dopo mezzogiorno, tutte le truppe della prima brigata passavano il Bascilo e si incamminavano per la strada descritta più sopra: avanzatesi però di qualche chilometro nel letto del torrente, torcevano a destra per portarsi ad occupare, non viste, le prime alture ad occidente di Fulla. Era stato ordinato che il movimento fosse condotto colla massima prudenza e in modo da non attirare l’attenzione del nemico: si voleva occupare per quella sera una buona posizione, e attendere ivi l’arrivo della 2ª brigata, che doveva aver luogo la notte, per procedere poi tutti insieme all’attacco la mattina del giorno dopo.

Ma una generosa imprudenza mandò a vuoto quel progetto; e il nemico, accortosi verso le 4 del movimento della prima brigata, lasciò subito i suoi campi, e in masse confuse venne a precipitarsi all’attacco.

La brigata, sorpresa quasi, dovette riparare alla meglio, mandando a respingere il nemico le prime frazioni di truppe che si trovarono alla mano; e così entrarono quasi contemporaneamente in azione parte del 23° (Punjab Pioneers) parte del 4° fanteria inglese e parte del 27° (Beloochee).

Il fuoco micidiale del fucile Snider ebbe ben presto ragione dell’eroismo selvaggio degli Abissini, e agli urli feroci che avevano accompagnato il loro avanzarsi succedettero allora le grida di centinaia di feriti e il triste spettacolo di una fuga scompigliata. In quel frattempo, erano giunti sul luogo una batteria di montagna e la bat-