Pagina:Osio - La spedizione inglese in Abissinia, Firenze, Civelli, 1869.pdf/60

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rivolgendosi a noi e poi ai prigionieri, seppe trovare per tutti parole improntate della più squisita gentilezza.

I liberati sommano in tutto a 61 e la maggior parte sono artigiani tedeschi venuti al seguito dei missionari. L’unico nostro compatriota David Pietro, piemontese, venuto già in Abissinia con Cameron e diventato poscia suo compagno di prigonia per circa quattro anni, ci fece vedere sulle sue braccia le tracce delle corde di re Teodoro, e ci cagionò non poca sorpresa, manifestandoci l’intenzione di non ritornare in Italia, ma di stabilirsi invece in questi paesi e farsi coltivatore!......

Dopo la rivista comincia al campo la vendita all’incanto degli oggetti trovati nell’arsenale di re Teodoro. I prezzi raggiungono ben presto delle cifre favolose, e si giunge a pagare 400 rupie (1000 franchi) uno scudo appartenente già (così almen si dice) a re Teodoro; 400 rupie un paio di pantofole d’argento; 30 un cucchiaio, e così di seguito. Fatti i calcoli, si trova d’aver radunata la cospicua somma di 2500 sterline.

L’indomani 21 cominciano le marcie del ritorno e noi ci rechiamo quindi a prender congedo dal generale in capo, e dalle principali autorità dell’armata.

Giunti il 26 a Dildi, ritroviamo finalmente, dopo 33 giorni, la nostra tenda e quella parte di bagaglio lasciata a Lat il 22 marzo.

Il generale Malcolm, che incontriamo a Machan il 2 maggio, ci racconta che i 90 capi abissini già prigionieri a Magdalà e liberati da sir Robert Napier hanno subito approfittato della libertà per radunar gente armata, mettersi in campagna e picchiarsi a vicenda.

Passando poi per Atsala, veniamo a sapere che la rocca dell’Alatgi è stata in questo frattempo attaccata, ma inutilmente, da un luogotenente del principe di Tigré! Se le ambizioni di questi capi trovano fatica a reprimersi, ora che la presenza dell’armata inglese deve servir loro di