Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/125

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Togli un scorno, di cui Dalmazia è piena.
Nelle tue mani posa, o mio Signore,
Di far vestir alla Slavona i Capi
Di una Nazione, che in tal modo veste,
O almen ritogli il pan, che loro doni.
Io te, mio Prence, in ogni modo onoro,
E pregando tal grazia, umil ti adoro.


§. XIII.

Armi.

L
A naturale ferocia de’ Morlacchi, e la grande propensione alla guerra non devono far comparire strano, ch’essi neppur in Chiesa vadin, senza essere muniti delle loro armi. Queste sogliono essere un coltelaccio, detto nosc, che ripongono tra la fascia, e la giubba colla guaina di ottone adorna alle volte di pietre false, ed una catena dello stesso metallo, che gira attorno la guaina, perchè non la si distacchi dalla fascia: una, o due pistolle ai fianchi, o dietro la schiena, ed anche queste riposte tra la fascia, e la giubba, ed oltre tutto questo talora lo schioppo, che se lo portano in ispalla. Le capanne de’ più miseri si vedranno bene, spoglie di tutto, ma non vi sarà esempio, ch’esse sieno prive d’armi, quando non venissero tolte per ordine di alcuni ministri, che vogliono essere pagati con esse de’ processi, se a caso i Morlacchi non avessero a pagar con altro. Egli è un atto di barbara indiscrettezza spogliarli di ciò, che serve loro di difesa in tempo e di pace, e di guerra. Ovidio parlando delle armi, che questa Nazione usava a tempi suoi, confessa, che anche allora tutti erano ben proveduti.