Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/134

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che „supplisca a piccioli dettagli di precisione, de’ quali non posson mancare, senza qualche sorta di mostruosità le narrazioni in prosa, o in verso delle Nazioni colte di Europa„. Non sì può dir assolutamente però, che le loro Poesie non abbian questo difetto, ma ciò spesso proviene anche dall’alterazione di chi le scrive,1 o tradizionalmen-

  1. Non è delle più felici, nè delle migliori Canzoni Morlacche quella, che il Fortis tradusse, e ripose nel suo primo Volume, dopo aver parlato de’ loro costumi; nullaostante egli vi trova „un altra specie di merito, ricordante la semplicità de’ tempi Omerici, e relativo ai costumi della Nazione.“ In essa però vi sono de’ termini, degeneranti dall’antica purità, e de’ versi, che alterano la giusta misura. Ma si può dir perciò, che questo difetto sia dovuto al Poeta? No certamente. Le molte mani, per cui passano le Poesie scritte sono le sole cause di tutti gli errori, che vi potessero essere. In fatti nella sopracitata Canzone per tre volte si legge questo termine grede, che vuol dir cammina, che non è dell’antica purità. Uno che sappia la pretta lingua Illirica, per dinotar che taluno cammina, dirà sempre igie, o ide, ma non mai grede ch’è termine proprio degli abitanti del litorale, e degli Isolani, che parlan corrottamente, come si sa, la lingua nostra. L’armonia della Poesia Slava permette, che le vocali si elidano, o no a capriccio del Poeta. L’orecchio mi avvertì di questa verità; l’osservazione me la confermò. Eccone una prova
    Ni u dvoru, ni u rodu momu.
    Io sfido chiunque a trovar dieci sillabe in questo verso ed in cento altri di questa sorte, s’eliderà le vocali. Se il Fortis avesse saputo ciò, si avrebbe accorto, che i seguenti due versi della sua Canzone