Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/195

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§. XXV.

Superstizioni.

S
E i Morlacchi sono accusati nel profondo della ignoranza, come abbiamo rimarcato altrovè, non farà meraviglia, che sieno anche superstiziosi: ma le superstizioni sono, come le mode: cangiano da paese in paese, da Nazione in Nazione; si annullano in un luogo, e cominciano ad essere in voga in un altro. Elleno sono quasi all’ultima moda fra’ Morlacchi.

Serpente.

Fra tutte le meraviglie, che io lessi ne’ libri antichi, e moderni intorno il Serpente, gran Dio dell’antichità, non v’è la più strana di quella, che si sente risuonare per le bocche di alcuni Morlacchi. Vi erano da principio, dicono essi, tre Soli, il calor de’ quali era eccessivo, ed il Serpente non potendo soffrirlo, si avvisò di sorbir i tre Soli, ma non gli riuscì di sorbirne, che due, e mezzo, onde il Sole, che illumina il Mondo non è altro, che mezzo, secondo essi.1 Ma se di un mezzo Sole non si può soffrire il calore nel tempo di State, è certo, che il calore di tre Soli sarebbe più insoffribile ancora, sicchè in certo modo a loro parere

  1. I Parelj, che i Morlacchi chiamano slipi Sunzci, cioè Soli ciechi, sono que’ Soli, che assorbì il Serpente.