Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/219

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quella interpretazione, che più gli piace. Ma convien dire, ch’egli abbia scoperto del demerito in se, e non sapendo acquistar riputazione in altro modo, volesse rendersi illustre colla immaginaria nobiltà de’ suoi antenati. La terza volta l’anno passato, a nome di un suo Nipote, che se la va passando tranquillamente alla cura del gregge, benchè in poca quantità, e che non seppe mai leggere, stampò il suriferito libriccino de’ Medicamenti semplici, e ciò fece ad oggetto, che la posterità non perdesse sì bei lumi, ch’e’ raccolse, e pubblicò, dando a vedere sempre più, com’esso dice, quanto la sua famiglia sia giovevole al Mondo, &, soggiunge delirando, documenta damus, qua origine nati sumus. Non mi soffrì l’animo di legger tutto, e con serietà il suo nausean-

    la Bosnia? Ma chi non sa, che la barbarie Religiosa, la tirranide Ottomana, e la ignoranza Nazionale ànno fatto intrelciar talmente le genealogie delle famiglie, che sarebbe ormai vano il cercar lumi di sì rimote anticaglie? E poi come riandar con certezza alle sorgenti delle famiglie Bosnesi se anticamente in ispezialità si mutavano i cognomi da generazione in generazione? Si supponga che Marco fosse stato Padre di Filippo, e Filippo di Pietro, e Pietro di Lorenzo, e così in seguito. Filippo ch’era figlio di Marco, si chiamava Marcovich: Pietro, ch’era figlio di Filippo, Filippovich, e Lorenzo ch’era figlio di Pietro si chiamava Petrovich. Poteva dar il caso, che Filippo, Pietro, e Lorenzo, Padre, Figlio, e Nipote fossero stati tutti e tre ammogliati in una casa sola. Com’è possibile conservar la genealogia in una confusion così grande? Quanto meglio la intendono i Dalmatini di oggi giorno (parlo di quelli, che non si vergognano del cognome Slavo, e che non lo Italianizzano) a non mutar cognomi da Padri in figli, ma quello che lasciano i Padri tramandano ai figli, ed ai Nipoti.