Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/98

Da Wikisource.

sumo di questo prodotto; ma che il Fortis dica lo stesso dell’aglio, io gli rispondo, che s’egli avesse bene osservato le campagne de’ Morlacchi, avrebbe veduto, che ne piantano tanto in alcune Ville, che oltre il loro bisogno, ne portano a vendere al mercato. È fuori di ogni dubbio poi, che per la intiera popolazione della Morlacchia, convien annualmente provvedere una grossa quantità di agli, ed altro di questo genere dagli stranieri. Ma oramai non vi è bisogno di mostrar la utilità a’ Morlacchi, che ritrarrebbono dalla piantagione di questo prodotto, sarebbe ben necessario superar la loro pigrizia in fatto di Agricoltura.

Non mi saprei dar pace, se lasciassi sorpassare il merito, che dà il Fortis all’aglio di mantener lungamente robusti, e forti gl’individui, perchè secondo lui corregge la mala qualità delle acque de’ serbatoi fangosi, o de’ fiumi impaladati, da’ quali molti Morlacchi sono costretti attingere nel tempo di State1 E perchè il merito, ch’egli dà all’aglio non lo darebbe più tosto all’aceto, di cui ne’ tempi estivi se ne servono i Mortacchi ad uso di bevanda, in ispezialità, quando vanno lavorar nelle Campagne, ove l’acque sono fangose? Si legge presso Rollin che tutti i soldati Romani portavano dell’aceto con essi loro, per attemprare la crudezza dell’acqua, ch’erano astretti a ber talvolta molto cattiva. Catone che non beveva altro che acqua, se si crede a Plutarco, per qual ragione avrà talora bevuto dell’aceto, quando era all’esercito, se non perchè l’acqua sarà stata molto cruda? Inoltre l’aceto à qualità rin-

  1. Vol. I. pag. 83.