Pagina:Osservazioni sullo stato attuale dell'Italia.djvu/29

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merci, la navigazione interna dei fiumi o di canali che ne derivano, ne manca, e probabilmente ne mancherà in perpetuo. — Un parziale compenso a tanta mancanza possiamo trovarlo nella navigazione marina, detta di cabotaggio, e che ha luogo lungo le coste del nostro litorale; navigazione che presenta pochi pericoli, essendo le coste dei nostri mari piuttosto basse e piane, ed offre grandi vantaggi, per la frequenza dei porti, rade, ecc. seminati lungo le rive, che rendono l’approdo e lo sbarco dei piccoli navigli, percorrenti quei mari, facili e securi.

Tutte le cure del nostro governo per far progredire le popolazioni italiane verso la civiltà, non furono assorte dallo stabilimento dei nuovi mezzi di comunicazione. — Le scuole popolari sono un potente istrumento di civiltà, e queste sono ora numerosissime in tutta Italia. — Già nel 1863 ne esistevano circa 30,000; e sebbene buon numero di esse fossero di creazione anteriore al 59, nelle provincie meridionali però, ed in Sicilia particolarmente, quasi tutte le scuole elementari pei due sessi sono dovute al nostro governo; e gli sono dovute in due modi: e perchè istituite da lui, e perchè sostenute quasi per intero a spese dell’erario, mentre nelle altre provincie del regno molte scuole elementari stanno a carico dei Comuni, ed altre non poche sono sostenute da doni o da lasciti privati.

Se occorressero prove di fatto per dimostrare che tanta diffusione di luce intellettuale è cosa assai recente, basterebbe il porre a confronto di quelle 30 mila scuole il numero di analfabeti, che offuscano tanto splendore. Fra un 1,397,924 di giovinetti dai 12 ai 19 anni, cioè della età in cui dovrebbero avere terminati gli studi primarii, ed essere in grado di passare alle scuole tecniche o alle scuole secondarie, 938,637 di essi sono tuttora analfabeti, mentre 61,800 sanno leggere soltanto, e 361,725 sanno leggere e scrivere. — Speriamo che questi infelici 938,637 siano fra i nati prima del 50, ed avessero per conseguenza oltrepassata l’età in cui sogliono i fanciulli essere ammessi alle scuole primarie o comunali, quando il benefizio di codeste scuole fu largito al paese; e speriamo altresì che codesta enorme e vergognosa macchia nel nostro sole vada rapidamente impicciolendosi, e venga in breve coperta dai raggi sempre più splendidi che da esso si diffondono.

Oltre quel numero di scuole primarie, l’Italia contava già nel 63,