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Pagina:Ossino - Appunti di relatività.pdf/21

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APPUNTI DI RELATIVITÀ 19

IL PRINCIPIO DI RELATIVITÀ


Viaggiando in treno tutti abbiamo avuto l’impressione di vedere gli alberi correre, perché istintivamente pensiamo come se il treno fosse fermo. Questo avviene più facilmente se il treno viaggia senza scosse su un tratto rettilineo, in modo che sia assimilabile ad un riferimento inerziale. Galileo per primo ha notato che non esiste un sistema di riferimento assoluto, per conseguenza tutti gli oggetti in moto inerziale si trovano nella stessa situazione fisica. Galileo ne ha ricavato il “Principio di Relatività”, che in sintesi afferma:

tutti i sistemi inerziali sono fisicamente equivalenti.


Einstein ha aggiunto per postulato che la velocità della luce nel vuoto è costante, ed indipendente dalle velocità della sorgente e dell’osservatore. Questo fatto risultava dalla teoria elettromagnetica di Maxwell e dalle osservazioni sperimentali, ma era argomento molto controverso ed in contrasto col paradigma scientifico allora prevalente. Evitando inutili ed oziose discussioni filosofiche, Einstein stabilì questa proprietà della luce come secondo postulato della Relatività.

Einstein ha dato un valore più generale al Principio di relatività, affermando che le leggi fisiche devono mantenere la stessa forma in tutti i riferimenti inerziali. Questa proprietà si definisce covarianza delle leggi fisiche rispetto alle trasformazioni di Lorentz.

Avvertiamo il lettore che spesso si fa confusione fra invarianza e covarianza, e talvolta si pretende in modo inappropriato e pretestuoso l’invarianza delle espressioni, invece di verificare che le leggi siano espresse in forma covariante. Questi brevi cenni in seguito saranno sviluppati ed approfonditi anche con esempi appropriati.