Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
APPUNTI DI RELATIVITÀ | 61 |
Si deduce che possiamo misurare realmente la distanza fra gli alberi colpiti, ma in generale non è possibile misurare la distanza spaziale fra eventi (non si confonda la distanza fra gli alberi con la distanza spaziale fra gli eventi). Questo significa che la componente spaziale del raggio-vettore non ha alcun senso fisico, per conseguenza la definizione di risulta incompatibile col Principio operazionale. Infatti paradossalmente la distanza spazio-temporale è massima se i fulmini cadano sullo stesso albero, infatti in questo caso si avrebbe quindi il modulo del raggio-vettore sarebbe invece di .
QUADRI-VELOCITÀ
La velocità degli oggetti nello spazio ordinario si può calcolare come rapporto fra la variazione del raggio-vettore ed il tempo in cui si è verificata tale variazione. Questo è possibile perché nello spazio fisico ordinario il raggio-vettore è funzione del tempo.
Nello spazio-degli-eventi di Minkowski il raggio-vettore è riferito ad un punto-evento fissato che non dipende dal tempo, quindi non abbiamo mai nessuna variazione di ! Se non c’è variazione del raggio-vettore, nessuna velocità può essere legata a questa variazione.
Nell’espressione del raggio-vettore (ct; \mathbf{u}t)<\math> la componente spaziale non è riferibile alla velocità di un oggetto fisico, ma è semplicemente il rapporto , che può assumere qualsiasi valore, anche maggiore della velocità della luce.
Per familiarizzare con questi concetti poniamo che nell’esempio precedente la distanza fra i due alberi sia di 1 km., e l’intervallo di tempo fra i fulmini sia di 15 secondi. Assumendo il primo fulmine come evento-origine, il raggio-vettore corrispondente al secondo fulmine è 15sec; 1km.), da cui si ricava 1 km. /15 sec.= 240 km. / h. Questo risultato ha un valore puramente numerico non riferibile in alcun modo ad oggetti reali, poiché il raggio-vettore relativo al secondo evento riguarda in realtà il punto matematico .