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Quarta parte
IL TERZO EFFETTO RELATIVISTICO
PREMESSA
Le velocità in gioco nella Meccanica atomica sono molto minori della velocità della luce, quindi gli effetti relativistici sono poco considerati. A questa scala le lunghezze d’onda sono confrontabili con le dimensioni atomiche, per conseguenza prevalgono i fenomeni quantistici. Si è venuta così a creare una frattura fra il nostro mondo macroscopico in cui vale il principio di causalità, ed il mondo microscopico delle particelle elementari in cui vale il principio di indeterminazione.
Tuttavia non conosciamo nessuna giustificazione convincente di questa frattura, e infatti non esiste una separazione precisa fra i due mondi. I fisici scelgono la teoria più opportuna secondo criteri di convenienza per ottenere il risultato migliore, o il calcolo più semplice, o altro. Molti ritengono insoddisfacente questa situazione, citi amo per tutti l’opinione di Dirac, tratta dalla conferenza del 1968 al Centro Internazionale di Fisica teorica di Trieste:
Non sappiamo se e quando la revisione auspicata da Dirac sarà compiuta, e di certo non si arriverà a questo risultato in modo banale. Sembra improbabile che la soluzione di problemi fondamentali possa venire da espressioni matematicamente semplici come le trasformazioni di Lorentz, ben note e lungamente studiate da oltre un secolo. Tuttavia abbiamo buone ragioni per ritenere che il punto di partenza per questa auspicata revisione sarà strettamente connesso ai principi fondamentali della Relatività, in ultima analisi alle proprietà elettromagnetiche dello spazio-tempo.