Pagina:Otello - La tempesta - Arminio e Dorotea, Maffei, 1869.djvu/391

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atto quinto. - sc.i. 377

Più di questo intricato i pie’ dell’ uomo
Non traviò. Qui certo alcuna possa,
Che sulla legge natural s’ innalza,
Tiene il fren degli eventi, e sol potria
Darvi luce un oracolo.

                       prospero.
                                  La mente,
Sire, non tormentar con tali inchieste.
Ad agio (e l’ora non sarà lontana)
Chiarir le inesplicabili avventure
Di questo giorno ti prometto; e giusto
Ti parrà che a te solo io ciò riveli.
Tranquillo intanto aspetta, e d’ alcun male
Non sospettar.
                  (Ad Ariele sommesso.)
                       T’ accosta! A scior l’incanto
Va’ tosto, e Calibano ed i compagni
Rimetti in libertà.
                 (Ariele parte. Ad Alonso.)
                           Sei pago, o Sire?
Or non manca de’ tuoi fuor che una coppia
Di poveri scempiati, a cui la mente
Forse non dài.

ARIELE ritorna conducendo CALIBANO, STEFANO
    e TRINCULO vestiti degli abiti rubati.

                       stefano.
                      Pensar dee l’ uomo agli altri
E non a sè; però che tutto è caso,