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avete del tutto perturbata la serenità del nostro, del vostro bel mondo scientifico».

«Colleghi? — rispondevano i germanici — Noi non abbiamo colleghi! Noi non abbiamo uguali! Se qualche rispettabile ingegno apparve fra voi, fummo noi a segnalarlo: Segantini pittore, lo abbiamo fatto conoscere noi; Galileo Ferraris lo abbiamo onorato noi, col battezzare la sua scoperta del campo magnètico rotante, Ferraris’sches Feld. E avremmo, forse, riconosciuto il signor Marconi, se questo signore non avesse avuto il pessimo gusto di rivolgersi all’avida ed ipocrita Inghilterra. Avete avuto per mezzo secolo un poeta animatore, e lo avete interpretato per filologia: Carducci! Avevate — vivo — un altro poeta dionisiaco, che predicò qualcosa di simile al nostro Nietzsche! Ma, sdegnato di voi, se ne è ito nell’abbominevole Francia: Gabriel d’Annunzio

Allora qualcuno fra i nostri dotti è ricorso alle ombre di Engel e di Marx: come a dire: «venite voi a mettere a posto questi ostinatissimi, orgogliosissimi vostri connazionali!»

Senonchè, studiando meglio Engel e Marx, si accorsero che questi due internazionalisti germanici, defunti, erano non meno imperialisti e bellicosi di quello che siano oggi i loro viventi connazionali.

Olimpici, dico, i nostri universitari, ma un