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Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/138

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132 Diario sentimentale


Ahi! Non c’è più da sperare nella peste, come al tempo dei Promessi Sposi! La scienza ha debellato la peste! Quella dei bubboni.

Dire.... dire — mi vien quasi da sorridere — che se anni addietro l’Austria avesse concesso.... che cosa? niente! dell’amàbile fumo: la così detta Università di Trieste, la facoltà di cantare, in terra irredenta, prima dell’agosto 1914, l’inno di Mameli ed altre piacevoli canzoni e allocuzioni, questa guerra avrebbe preso altra via.

Ma immutabile è l’Austria! Così prima del 1859; così adesso.

***

Benedetto Croce ha detto a un dipresso così: «L’Italia bizantina senza guerra, rimarrà bizantina anche con la guerra».

Eppure l’Italia vuol vivere! Alcuni nostri eruditi che la credevano una cosa morta, hanno visto l’Italia sul marmo anatòmico palpitare.

***

Milano, 14 marzo 1915.

Agli intellettuali germanici hanno risposto Augusto Murri, Guglielmo Ferrero, Piero Giacosa, il prof. Emilio Bodrero.