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di Alfredo Panzini | 145 |
padario elèttrico in alto, impossibile rubare altra cosa! Non un oggetto staccàbile, trafugàbile!
Intendiàmoci! Io non avevo intenzione di rubare; ma quel vuoto fatto ad arte pareva dire: «Probabilmente voi avrete intenzione di rubare».
Nessun soprammòbile, nessun giornale su cui almeno fissare l’attenzione durante l’attesa: nulla! Nulla, all’infuori che quel grosso catalogo di impianti di safes.
Il signore si faceva attendere troppo, e fui costretto a leggere il catalogo dei safes, e conseguentemente, a meditare sull’istituzione dei safes.
Safes è parola straniera che vuol dire: salvo, cioè sicuro, senza cura o preoccupazione.
I safes sono impianti che si fanno nei sotterranei delle Banche per mettervi le casseforti o forzieri, per mettervi l’oro, le carte-oro, i titoli-oro, ai quali stanno attaccate le cedolette, le quali si staccano ogni tanto e danno la vita all’uomo. E quando le cedolette sono consumate, rinascono in perpetuo. Un’ammirabile istituzione! Per il grano è necessario arare e seminare e mietere. Ma le cedolette rinascono da sè. Durano in perpetuo, finchè durano, s’intende.
Titoli-oro, oro-vita, oro trasformabile in tutto: pane, vino, onore, virtù, piacere, vizio. Oro proteiforme!
Quale incomparabile amico è l’oro! «In che