Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/239

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verde? Sei tu, Dioniso italico, che mi hai offerto una bottiglia di vino? Tutta Italia mi pare oggi in gran festa. Stanno bene, qua e là, ai passaggi a livello, questi improvvisati soldati, con l’enorme baionetta, di sentinella nella geòrgica pace! Dietro i cancelli delle stazioni, folla serrata di gente, mani levate verso i partenti. Da costoro erompe un grido che mi riechèggia nel cuore. Agitano le bràccia e il grido è questo: «Addio fratelli, fratelli addio!»

Un mio amico dottore, socialista tesserato, mi confessa così: «In questo momento sono coi nazionalisti, sono col diàvolo a quattro. Che devo dirti? L’anima tradizionale è montata su, e non so come».

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27 Maggio 1915, Milano.

Devastazione, incendio di Ditte e negozi tedeschi. Pare sia corsa una parola d’ordine. Dicono che è una rappresàglia contro fatti del gènere, forse peggiori, successi a Berlino ed a Vienna. Vanno in giro per Milano certe facce un poco da convenzione di settembre. Da dove mai in certe ore spuntano certe facce?

Ininterrottamente, come una cannonata, in