Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/339

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Con lui sono altri soldati catalettici, ammutoliti, istupiditi dal terrore!

Nell’attesa del professor Silvagnì, leggo una rivista mèdica: la carta stampata porta queste scientifiche parole: «O poter apia: cura assai antica, ecc. ecc . Nei tempi primi Vuomo non si accontentava di soggiogare il nemico vinto, lo uccideva e lo divorava. Il sangue umano era considerato come alimento di primo órdine, e altresì come agente dotato di misteriosa possanza. Il cuore, il fegato, ancora caldo, godevano sopratutto la fama di dare forza e coraggio, e trasfóndere al vincitore le qualità del vinto...»

La rivista porta una data anteriore alla guerra.

«Dottor Silvagni, io ho la persuasione che noi siamo assai peggiori dei pòveri selvaggi!» Ma non posso parlare così al dottor Silvagni. Egli mi guarderebbe come caso clinico.

***

Nos loquimur, noi parliamo. Parla Sir Grey, parla Barzilai, parla Gallieni, Dicono: la sconfitta dei tedeschi è certa! Conferenza militare a Calais. Ci va anche il nostro generale Porro. Essi, i tedeschi, non parlano: taciturni! Dove andran-