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di Alfredo Panzini 29

cia, e l’Inghilterra non avrà nemmeno il tempo di decidersi: tutto finirà bene.

Quel signore mi accommiatò così, come il medico che per tranquillare l’ammalato, dice: «Vedrà che tutto andrà bene».

Io non sono calmo: sono esasperato!

La sera è profondamente triste. Ma come faremo per giorni e giorni, forse per mesi, a vivere nell’ansia di simili notizie? Ho le tasche piene di giornali. Ma uno ne sa come l’altro.

Si attende sino alle dieci un supplemento del Secolo e del Corriere. Si dà per certo l’ordine di mobilitazione di tutto l’esercito.

Esce il supplemento del Secolo. Un furgoncino ha attraversato in furia Via S. Margherita. La luce elettrica è strana nella gran via senza gente, coi negozi chiusi, i palazzi soli. Un movimento di rigùrgito di poca gente in corsa si forma dietro il furgoncino. Non so per quale associazione di idee mi viene in mente il ricordo del primo carro chiuso notturno, che trasportava i cadaveri, in un anno lontano, che ci fu un po’ di colera.

Sotto l’arco della Galleria tutti hanno il foglio del supplemento spiegato. Si tratta semplicemente della chiamata di due classi. Si legge in un attimo: ma ho la visione di tutta quella gente, fisa a lungo e immota, sul foglio. Sarà per domani!