Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/397

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entro come un vento di fretta, un brivido di novembre.

Un commediografo dice così : «Mi è impossibile scrivere! Quando piango, non so scrivere». Vi è anche il giudizio di una serpentina, acre, sterile poetessa, dalle carni flagellate dalla lussùria. Ma cara, cara poetessa! Cara, perchè? Perchè vieni fra noi; ci accosti magari al naso la punta delle tue scarpette impudiche; ma ami stare con i tuoi tristi fratelli del pensiero. Così ella racconta come, essendo vivo Colautti, era stata a Roma, ed aveva trascorso la serata d’aprile con lui e lui, il dì seguente, le aveva mandato «una fialetta di squisitissima essenza parigina», come ella dice. Dono e sìmbolo dell’arte della donna! Ci sono anche alcune righe strazianti e sémplici di una Ofelia Borowska, la figlioccia adottiva del Colautti (una figlia del suo sangue, bellissima, era demente). a Ti sei ti, piccola, piccola? — disse egli guardando fiso la figlioccia pochi momenti prima

di morire — Piccola, non vedi ? Laggiù. .

Laggiù!»

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Molti anni fa, conobbi Colautti alla direzione dell’ «Alba» 9 un giornale, obliato totalmente, di