Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/424

Da Wikisource.

E apparve una testa chiomata alla maniera teppista e poi tutta l’alta figura di uno spavaldo giovane, in maniche di camicia, con un piattello in mano.

— A quello là, — disse la donna, accennando.

Ma appena il giovane si fu voltato verso quello là, quasi gli cascò il piatto.

— Uh, chi si vede! Il signor maggiore! E come siete qui lei?

— Io veramente non ho il piacere... — rispose confusetto il signor maggiore.

— Mi guardi bene in faccia e si ricorderà. Settimo reggimento, quarta compagnia.

Il signor maggiore allibì un poco. Quella brutta faccia, anzi quella bella faccia, sì, gli pareva di riconoscerla: uno dei più riottosi soldati del reggimento, a cui più volte aveva detto : «sta attento neh, camorrista, se no finisci con quattro pallòttole nella schiena.

— Lei fa il cuoco, adesso?

— Mo’ vi racconto tutta la storia, signor maggiore.

Depone lì il piatto, si siede accanto, e strizzando l’occhio:

— Quella è moglièrama.

Il signor maggiore guardò di nuovo la donna.