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“Maioli — mi diceva — è terribile! Io sono disperata. Pur di non vivere più a P***, sposerei il primo che mi capita.„

— E allora avete pensato a me — dissi io.

— Sconer! Sconer, voi mi offendete! Invece vi dirò che dopo qualche tempo Ghiselda si tranquillò: un’altra forma di attività la assorbì totalmente. L’arte, amico. Ah, sublime, sì, l’arte! Voi non potete capire, ma sublime.

*

Mentre così parlavamo si udì un plaf ciac, nella sottostante via silenziosa.

Maioli quasi mi rovescia tavola e stoviglie per affacciarsi al balcone.

— È lei. Venite. Presto. Ah, è troppo tardi. È passata! Tuttavia venite, venite; ammirate la parte posteriore, Venere callipigia.

Mi affacciai: ebbi appena il tempo di vedere la contessina, vestita da amazzone, che svoltava via con un cavaliere monturato.

— Ma con chi è?

— Con suo fratello, il conte Desiderio, tenente di cavalleria.