Pagina:Panzini - La cagna nera.djvu/130

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quelli che si fanno una fortuna e che non hanno pensieri difficili e melanconie pel capo.

Il fondaco di Don Vincenzo X***, mercante di caciocavallo, aveva la virtù di richiamarmi alla realtà quando le forze morbose della fantasia stavano per dare qualche strappo. Don Vincenzo, una truce faccia borbonica, se ne stava spesso su lo sporto, scamiciato, con la catena d’oro massiccio che cadeva sopra la pinguedine del ventre. Dietro di lui il fondaco nella semi oscurità lontana, appariva pieno di caciocavalli sospesi al soffitto, alle pareti, dovunque.

Che cosa si poteva fare in città senza Don Vincenzo? Chi osava passare davanti a Don Vincenzo senza scoprirsi? Senza di lui non si facevano nè elezioni nè processioni.

Con la sua firma si potevano portar via tutti i tesori della Banca Nazionale: con la mia avrei semplicemente fatto perdere il valore al foglio filogranato della cambiale.

Quanto vale un uomo? Tanto, quanto può scontare con il suo nome.

Oh, Don Vincenzo, uomo sapiente! il tuo libro mastro e il copione delle tue corrispondenze contengono più saviezza e sono più pro-