Pagina:Panzini - La cagna nera.djvu/132

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breve esame mi persuasi che non sarebbe stato possibile riprendere quella vita dopo averla così violentemente interrotta, e che le amicizie, le confidenze, gli affetti non coltivati per tanti anni, non si potevano più far fiorire. Oramai io per loro doveva essere a pena una languida memoria. E poi sentivo che, nè meno volendo, avrei potuto più riacquistare quel contegno festevole e disinvolto, quell’elegante frivolezza di modi e di parole che prima erano in me un’abitudine; e che sono qualità indispensabili per poter vivere nella buona società.

E pur desiderando di rivivere di quella vita, pur maledicendo il giorno in cui l’aveva abbandonata, in fondo io oramai la disprezzavo.

Con quale spasimo di desiderio pensavo alla possibilità di conquistarmi una posizione salda, netta, con le sue radici dentro la realtà della vita, non nella desolazione delle utopie eroiche: una posizione qualsiasi, onesta o meno, nobile o ignobile, questo non importava, ma tale che gli uomini vi facciano di cappello sul serio come a don Vincenzo e non ridano dietro al vostro abito verde e alle vostre scarpe slabbrate; ma rapidamente, energicamente come una carica alla