Pagina:Panzini - La cagna nera.djvu/17

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Per mala sorte negli ozi forzati della sua virilità gli venne o piuttosto gli fu suggerita la malaugurata idea di farsi eleggere deputato; e da allora, per molti anni, fu un seguito di banchetti, di favori e di munificenze dispensate con principesca liberalità. Il palazzo era corte bandita. Ma il signor conte doveva riuscire deputato!

Riuscì invece a consumare il patrimonio; ma la sua buona fede era tanto grande che forse non gli passò nemmeno per la mente la frode.

Mi ricordo un vecchio servo di casa, certo Beppo, una specie di maggiordomo, che quando il babbo gli ordinava di apparecchiare un pranzo o di distribuire tanto denaro ai poveri o tanto grano in beneficenza, diventava livido e se avesse potuto mettere del veleno nelle vivande, lo avrebbe fatto.

Mio babbo ci pigliava gusto a vederlo così imbronciato.

— Si direbbe che consumi del tuo — diceva.

— Peggio! io non ce n’ho; ma lei ha le mani bucate.

Una mattina (questa me la raccontarono poi) dopo un banchetto che si era protratto oltre la