Pagina:Panzini - La cagna nera.djvu/69

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E da allora io incominciai a portare in giro con me questa idea, e anche nel silenzio della mia stanza, nella solitudine del letto ci pensavo su e ci costruivo sopra grandi cose.

Ma io vi dico in verità che quando a un uomo è entrata nel cervello troppo piccolo la semente di un’idea troppo grande, ed egli va solo, solo con quell’idea camminando qua e là, ore ed ore, e comincia a fuggir la gente come un cane ramingo; voi ben potete allora scommettere novanta su cento che l’infelice è entrato nel treno direttissimo che conduce al paese della pazzia.

A me accadde così press’a poco, perchè da allora mi chiusi sempre più in me stesso nutrendomi di questi miei pensieri.

E come io era solitario e poco esperto degli uomini, come il tumulto e il fragore della vita presente non lo sentivo; così il divenire del mondo mi si presentava in forma di una facciata bianca dove era facile scriverci ciò che io voleva; e io ci scriveva le massime più sublimi degli antichi filosofi; dei quali filosofi, eroi, profeti vedeva popolato tutto il mondo antico, come se gli altri uomini e le altre cose non fossero esistiti nè meno. Ed empiendo il libro del futuro di queste