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202 divagazioni in bicicletta

ragione; libero, liberissimo qualunque albergatore svizzero lombardo di trarne profitto se intendesse piantare un hôtel lassù, come stazione climatica.

Ma il nome di quest’oste di Pennabilli che sarebbe degno della riconoscenza mondiale se il suo sistema venisse adottato, io non riporterò qui per rispetto alla sua modestia.

Ecco il sistema: egli fa pagare una lira ad ogni avventore che pranza, non un centesimo di più. In quel giorno oltre ad un galletto arrosto, minestra, frutta, vino di bottiglia, c’era anche un piatto di tartufi.

Chi non ci crede provi e vedrà se io vi aggiungo una sillaba di mio.

L’onestà inerente ad una vita patriarcale e semplice, produce di questi frutti.

Quella sera, essendo la luna piena, il municipio risparmiò il petrolio alle due lampade che hanno la missione di rendere luminosa la piazzetta di Pennabilli.

Per mio conto, dopo aver constatato la completa serenità del cielo, andai a dormire in sulla prima sera e non mi destai che al canto dei galli. Quando mi destai, sopra il vertice del Maiolo saliva la stella di Venere, nuncia silenziosa dell’amore, di una dolcezza argentea senza nome. vera gioventù delle cose, ridente eterna sulle nostre superbe miserie!

La via biancicava a pena nell’incerto mattino, ma ben presto le stelle caddero e l’aurora fiammeggiò sul mare in fondo alla valle del Marecchia. Tra Mercatino e Pennabilli si apre la via di cui prima ho parlato: essa fa trebbio e v’è una colonna che dice — via per la Toscana. — È un’illusione, perchè dopo cinque chilometri circa la via si perde tra le paludi del fiume e del con-