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20 chi sarà lo sposo?

leonini, e l’aura di primavera, impregnata di sole e di fiori, gli scioglieva dall’acqua i lunghi capelli, e gli penetrava ne’ polmoni come un liquore innebriante.

Non molto ci volle a raggiungere il poggio.

Ma a pena, salito il poggio, fu entrato in un giardino di cui mai il più grande e il più adorno egli avea veduto, e si trovò in mezzo a un popolo di paggi e di cavalieri, sentì vergogna delle sue vesti e temette che i servi della Regina gli avrebbero impedito di proseguire.

Di fatto il suo squallore richiamò l’attenzione di alcuni custodi i quali lo circondarono, e quegli che pareva più autorevole fra essi così gli parlò:

— Siate avvertito che questo è il giorno delle nozze della Reginella, nostra signora, e i mendicanti per oggi non hanno accesso al castello.

Fortunio rispose che non era un mendicante ma che veniva solo per vedere le nozze. Quelli parvero consultarsi, e benchè dal volto apparisse in essi l’intenzione di respingere il giovinetto, tuttavia esitavano perchè nessuna legge vietava di andare al castello, anzi le antiche consuetudini di quel regno stabilivano che, facendosi sposa la Reginella, tutti potessero presentarsi a lei. Ma a quei remoti tempi avveniva questa dolorosa cosa che ai giorni felici della modernità più non avviene, cioè che solo coloro i quali avessero cappa di velluto e palafreno bardato potevano trarre vantaggio dalla bontà delle leggi.

— In qual modo — insistè tuttavia quel custode — potete voi con documenti provarci che non salite al castello per importunare e chiedere la elemosina?

— I mendicanti — rispose pronto Fortunio — portano il bordone e non lo stocco, nè chi raminga la vita per stender la mano può aver l’ardimento di passare il fiume a nuoto come io ho fatto e potete vedere dalle mie vesti e dai miei capelli.