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In salmì 143


— La mia signora, — rispondeva il signor colonnello, — è una specialista del salmì.

— Pestando ben bene fegato, cuore, sangue per fare la salsa?

— Pestando ben bene.

— Sia per non detto, allora. Ma io vengo a desinare da lei ad un patto, che io porterò un zampetto di Modena. Io farò onore alla sua lepre, e lei farà onore alla mia patria.

Così dicendo il signor Capostazione andò a una cassetta, e fra fini truccioli, sollevò, ornati di bende rosse, come antiche vittime all’ara, tre zamponi, di quelli che si mangiavano al tempo della Secchia rapita.

— Mi balena un’idea, — disse il signor Capo. — Andiamo ad invitare il dottore.

— Eccellente idea!

In fatti era una diplomàtica idea. Vivendo in campagna, era bene, era saggia cosa vivere in cordiali rapporti col signor dottore, non tanto per la salute del corpo, quanto per la pace dello spirito e la incolumità della villetta, civettuola anzi che no. Il giovane dottore curava specialmente l’evoluzione spirituale di quel proletariato agricolo; e questo avrebbe potuto dire: “Dottore, quella villetta civettuola non è un oltraggio alla nostra virtù?„.

E andarono, chè il dottore abitava lì presso.