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convenienti della aristocrazia, se Atene fosse stata una città governata a tirannide. — Tu, mio caro, — diceva Socrate, — sei stato come un balocco in mano della plebe: oggi applausi, feste, carezze: domani sei stato fischiato, esigliato, scomunicato. Ti pare? E una bella vita questa?

— Sì, sì, — dice Assioco, — questo è vero. Quel cervello balzano di Aristofane che disse male di tutti, in fine non aveva torto quando satireggiò il Demos; ed io lo so, che ci sono stato dentro. Chi si accosta al popolo è molto più miserabile di lui. Ma anche con tutto questo di morire non ne voglio sapere: io voglio invece diventare vecchio, molto vecchio; ma non morire.

E allora Socrate cominciò dolcemente a persuaderlo che diventar vecchi è una