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che si chiamane Fortunate: la primavera lì non finisce mai, gli alberi sono pieni di frutta, vi sono banchetti, danze e molti altri divertimenti, come mi disse un mago che mi ha insegnato tutte queste cose.

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Quest’ultimo genere di discorso consolò Assioco più di ogni altro discorso.

— Se è così, quasi quasi mi fa piacere di morire, — disse, — benchè morire sia in tale caso un termine improprio, non ti pare, Socrate?

— Ma certamente! Noi non moriamo; noi andiamo all’immortalità.

— E allora senti, Socrate: torna dopo mezzogiorno a ripetermelo un’altra volta questo bel discorso. Adesso