Pagina:Panzini - Santippe.djvu/132

Da Wikisource.

Come Santippe ferì Socrate nel cuore 115

bligare la gente a furia di domande, a confessare che anche essi non sapevano niente.

Il linguaggio di Socrate era piano e le sue imagini erano sensibili ad ogni intelligenza. «Ma se io ti comprendo, tu sei uguale a me.» Il linguaggio di Protagora era spesso artificiosamente drappeggiato. «Ma se io non ti comprendo, tu sei superiore a me!» Ma Protagora aveva tutti i ferri del mestiere nel suo arsenale dialettico; tutti, fuorchè l’ironia: ma Protagora era squisitamente gentile, e se egli era sapiente, «Tutti, tutti, signori Ateniesi, ornatissimi signori Ateniesi, potete — diceva Protagora — diventare sapienti come me».

Ah, sì; quel signore fece alle dottrine di Socrate la più implacabile delle