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ix. - Magister elegantiarum | 89 |
di lo stesso: il difetto sta sotto: nel cervello.
Mi nacque un dùbbio; e dopo avere ringraziato, esposi questo dùbbio così:
— Non le pare, bel signore, che dover lustrare e stirare tutte queste cose, sia un poco come diventare il cameriere di se stessi?
Quel buon figliuolo fece una mossa còmica: levò le ciglia sino a far ritirare la già pìccola fronte del suo lungo pàllido volto; spalancò, storse la bocca, instupidì le pupille. Io lo avevo obbligato ad un esercìzio ben crudele: pensare!
Ma si rimise sùbito, come un vispo galletto che, immerso nell’acqua, scuote le penne coraggiosamente e riprende il contegno di prima.
— Sarà — rispose allegramente. — Ma io ho osservato che quando esco di casa poco soigné, per esèmpio col berretto da ciclista, la gente mi saluta con meno rispetto. Le signorine, poi, quando si è eleganti, guàrdano e guàrdano anche per prime! Ma quando non si è eleganti, niente guardare! Questa, capirà, è una cosa molto sèria, specialmente per un giovinotto. Io poi le dirò per conto