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a svecchiare il panorama diventato un po’ grigio del design italiano, riportando la temperatura a quando i nostri maestri, Munari Sottsass Castiglioni Zanuso Magistretti Mendini, e quelli delle righe a fianco, giocavano a carte insieme. Paolo Ulian che ha capito, e lo ha imparato da quei maestri, che il mondo andava omaggiato solo di opere perfette, perché anche il più piccolo degli oggetti merita di essere progettato in modo assoluto. Così ha scelto di dedicare amore e attenzione, passione e precisione, a un corpus molto ristretto di lavori, desideroso di consegnare alla storia del design solo opere tendenti alla perfezione. Venti anni di duro e costante lavoro, di motivato e consapevole isolamento, di umile e silenzioso approccio, per circa sessanta progetti, tutti prossimi al goal. Un progetto ogni quattro mesi: 120 giorni ogni volta spesi bene, iniettando ingegno e sapienza a una cosa che gli riesce proprio bene: fare design. Se fossimo in un paese civile, Paolo Ulian sarebbe una star. Per ora, per noi, è "soltanto" un nuovo maestro. Beppe Finessi