Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. I, 1929 – BEIC 1889888.djvu/149

Da Wikisource.

ii - il mezzogiorno 143


780all’altrui fida sposa a cui se’ caro,
e a te, signor, sua dolce cura e nostra.
Come annoso licor Lieo vi mesce,
tale Amore a voi mesca eterna gioia,
non gustata al marito, e da coloro
785invidiata che gustata l’hanno.
Veli con l’ali sue sagace oblio
le alterne infedeltá che un cor dall’altro
potrieno un giorno separar per sempre;
e sole agli occhi vostri Amor discopra
790le alterne infedeltá che in ambo i cori
ventilar possan le cedenti fiamme.
Un sempiterno, indissolubil nodo
áuguri ai vostri cor volgar cantore;
nostra nobile Musa a voi desia
795sol fin che piace a voi durevol nodo.
Duri fin che a voi piace; e non si sciolga
senza che Fama sopra l’ali immense
tolga l’alta novella, e grande n’empia,
col reboato dell’aperta tromba,
800l’ampia cittade e dell’Enotria i monti
e le piagge sonanti, e, s’esser puote,
la bianca Teti e Guadiana e Tuie.
Il mattutino gabinetto, il corso,
il teatro, la mensa, in vario stile
805ne ragionin gran tempo: ognun ne chieda
il dolente marito; ed ei dall’alto
la lamentabil favola cominci.
Tal su le scene, ove agitar solea
l’ombre tinte di sangue Argo piagnente,
810squallido messo al palpitante coro
narrava come furiando Edipo
al talamo corresse incestuoso;
come le porte rovescionne, e come
al subito spettacolo risté,
815quando vicina del nefando letto