Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. I, 1929 – BEIC 1889888.djvu/156

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150 la prima forma del giorno


commover troppo, e con volgare olezzo
gli stomachi agitar. Torreggili solo
su’ ripiegati lini in varie forme
1035i latti tuoi, cui di serbato verno
rassodarono i sali, e reser atti
a dilettar con súbito rigore
di convitato cavalier le labbra.
     Tu, signor, che farai poi che fie posto
1040line a la mensa, e che, lieve puntando,
la tua dama gentil fatto avrá cenno
che di sorger è tempo? In piè d’un salto
balza prima di tutti; a lei t’accosta,
la seggiola rimovi, la man porgi;
1045guidala in altra stanza, e piú non soffri
che lo stagnante de le dapi odore
il cèlabro le offenda. Ivi con gli altri
gratissimo vapor t’invita, ond’empie
l’aria il caffè che preparato fuma
1050in tavola minor, cui vela ed orna
indica tela. Ridolente gomma
quinci arde intanto; e va lustrando e purga
l’aere profano, e fuor caccia del cibo
le volanti reliquie. Egri mortali,
1055cui la miseria e la fidanza un giorno
sul meriggio guidáro a queste porte,
tumultuosa, ignuda, atroce folla
di tronche membra e di squallide facce
e di bare e di grucce, ora da lungi
1060vi confortate, e per le aperte nari
del divin pranzo il nèttare beete
che favorevol aura a voi conduce;
ma non osate i limitari illustri
assediar, fastidioso offrendo
1065spettacolo di mali a chi ci regna.
     Or la piccola tazza a te conviene
apprestare, o signor, che i lenti sorsi