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199 il giorno


d’amabile e di bello il nome ottenne.
310Al giudizio di Paride fu dato
il primo esempio: tra femminei volti
a distinguer s’apprese: e fur sentite
primamente le Grazie. Allor tra mille
sapor fur noti i piú soavi. Allora
315fu il vin preposto all’onda; e il vin si elesse
figlio de’ tralci piú riarsi, e posti
a piú fervido sol, ne’ piú sublimi
colli dove piú zolfo il suolo impingua.
Cosí l’uom si divise: e fu il signore
320da i mortali distinto, a cui nel seno
giacquero ancor l’ebeti fibre, inette
a rimbalzar sotto a i soavi colpi
de la nova cagione onde fur tocche;
e quasi bovi, al suol curvati, ancora
325dinanzi al pungol del bisogno andáro;
e tra la servitude e la viltade
e il travaglio e l’inopia a viver nati,
ebber nome di plebe. Or tu, garzone,
che per mille feltrato invitte reni
330sangue racchiudi, poi che in altra etade
arte, forza o fortuna i padri tuoi
grandi rendette, poi che il tempo al fine
lor divisi tesori in te raccolse,
godi de gli ozi tuoi, a te da i numi
335concessa parte: e l’umil vulgo in tanto,
dell’industria donato, a te ministri
ora i piaceri tuoi, nato a recarli
su la mensa regal, non a gioirne.
     Ecco, splende il gran desco. In mille forme
340e di mille sapor, di color mille
la variata ereditá de gli avi
scherza in nobil di vasi ordin disposta.
Giá la dama s’appressa: e giá da i servi
il morbido per lei seggio s’adatta.