Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/122

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lode, appoggiati a niun fondamento ed a niuna autoritá; ma io farò cadere la burla del padre Branda sopra tutt’altri, e me ne libererò io. Godrannosi questa burla per le lodi, che io ho dato al signor Balestrieri ed al signor Tanzi, il signor conte Mazzucchelli, «uno de’ primi letterati d’Italia», lo abate Saverio Quadrio, il signor conte senatore reggente Verri e tanti altri insigni e dotti uomini, i quali hanno prima di me lodato assai questi due miei amici <*). (i) Il padre Teobaldo Ceva nella sua Si ’•Ita di canzoni uè inserisce una del signor Balestrieri. Chiama •< celebre» l’autore; rammemora la sua «traduzione poi tica in lingua milanese della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso»; propone la canzone come «eccellente modello» da consultarsi; dice che in essa «e ila oratore persuade e da poeta incanta e rapisce»; fa varie osservazioni sopra le principali bellezze di essa; ne loda «i pensieri filosofici morali e cristiani»; e couchiude inanimando i giovani a leggerla, asserendo che «non potranno a meno di non ammirarla per eccellente, e confesseranno che nell’atto stesso giova e diletta, che sono i due fini del poeta». Vieti nominato piú volte con lode dall’abate Saverio Quadrio «questo valoroso poeta»; e a pagina 66. volume ir, libro n, riportasi un sonetto di lui; e quivi, oltre allo «stile berniesco». lodasi «il valor del medesimo nello stil serio», e parlasi «di molli leggiadri sonetti e belli» da lui composti, che o sono stampati o serbansi dagli amici «per la loro speciositá». Il signor conte Mazzucchelli, nelle notizie riguardanti il signor Balestrieri, inserite nella sua grand’opera Degli scrittori d’Italia, gli dá il titolo di «chiaro poeta»; dice che nella poesia «riusci in guisa di guadagnarsi quel chiarogrido, che ora presso a tutti gli uomini di buon gusto possiede». Soggiugne ch’«egli è egualmente valoroso nello stile grave e nel faceto, ed è poi affatto singolare nel dialetto popolare milanese». Dice che non è «cosi facile a rappresentarsi quanto per quest’ultimo capo sia heti veduto ed accolto dalla piú cospicua nobiltá di Milano, e con quante dimostrazioni di stima sia stato e ne sia riconosciuto». l’aria delle «incombenze del suo impiego, nel quale c benissimo accolto ed approvato da’ regi ministri e questori esercitandolo egli con quel disinteresse e con quella proibita, che per lo piú dalle ben colte e letterate persone noti si scompagna». Asserisce finalmente che «molli letterati fanno nelle opere loro menzione onorevole del nostro Domenico, e fra gli altri il chiarissimo abate Francesco Saverio Quadrio». Il signor conte senatore Gabriele Verri, in una sua lettera latina anteposta alle rime stampate del Puricelli, del Balestrieri parla cosí: «eaque [le poche rime manoscritte de! l’uricelli] Dominico Balestrerio, elruscae porsi.’ culto t i egr egi o et vernacuhxe eximio propagatori, domo dedens, ut qui probe nosses non ntelius publicae expectationi factum in satis, quarn si buie viro committerentur». Per rispetto al signor Tanzi. il signor abate Pier Antonio Secassi gli dá il titolo. d’«eruditissimo» nella sua prefazione alle rime di Domenico Venterò.